IL VIDEOLARINGOSCOPIO: DA SOLUZIONE PER INTUBAZIONI DIFFICILI A SALVAVITA Il prezioso strumento fu donato circa un anno fa dall’Associazione AnnaLaura Onlus all’Ospedale Alfredo Fiorini di Terracina

L’acquisto del videolaringoscopio fu l’indimenticabile traguardo raggiunto grazie al Gran Galà della Solidarietà 2010, l’evento in cui l’Associazione Terracina a Tavola, per la prima volta nella storia cittadina, schierò tutti i suoi chef nelle cucine e nella splendida sala dell’Hotel Torre del Sole per un’eccezionale serata d’alta gastronomia e di beneficienza a favore dell’Associazione AnnaLaura Onlus.

Era il mese di novembre e, a poco più d’un anno di distanza, abbiamo voluto fare una chiacchierata con il dott. Roberto Pecchia dell’Ospedale Alfredo Fiorini di Terracina, dove AnnaLaura Onlus ha voluto che il prezioso strumento fosse messo al servizio della Sala Operatoria.
“Il laringoscopio è lo strumento principe dell’anestesista.

Quando i farmaci anestetici inibiscono la respirazione spontanea, è necessario introdurre nell’albero tracheobronchiale del paziente un tubo collegato al ventilatore meccanico, affinché sia garantito l’ingresso nei polmoni di una certa quantità d’aria per un certo numero di volte al secondo – illustra il dott. Pecchia – In questa manovra, che deve essere rapida e efficace, il laringoscopio ci permette di sollevare la lingua per visionare le corde vocali e, passando attraverso di esse, posizionare correttamente il tubo. Ci sono però alcuni casi in cui, per una serie di disparati motivi, l’intubazione risulta estremamente difficile per l’impossibilità di una chiara visione delle corde vocali”.

È a questo punto che entra in gioco il videolaringoscopio: la conformazione strategica della sua particolare lama consente infatti di catturare l’immagine ‘oltre l’ostacolo’ e di mostrarla sul video.

“Un altro strumento molto utile, che pure ci è stato donato dall’Associazione AnnaLaura Onlus, è la ‘fast track’: una sorta di maschera che si posiziona nel faringe creando un cuscinetto protettivo davanti alle corde vocali per agevolare il passaggio del tubo, che tuttavia avviene sempre alla cieca – spiega il dottore anestesista.

Insomma,esistono diversi presidi per le intubazioni difficili, ma il videolaringoscopio resta il migliore per la sua semplicità d’uso (così simile al laringoscopio) e per sicurezza ed efficacia della manovra. Nella nostra esperienza (da dicembre 2010 a oggi è stato utilizzato una trentina di volte su circa un migliaio di interventi realizzati in anestesia totale), non c’è stata una sola intubazione difficile che il videolaringoscopio non abbia risolto egregiamente”.

La portata rivoluzionaria del videolaringoscopio, tuttavia, è più chiara quando il dott. Pecchia racconta quel che accadeva prima dell’arrivo dell’innovativo strumento al Fiorini.
“Quando l’intubazione risulta difficoltosa, abbiamo pochi secondi per effettuare tre o quattro tentativi al massimo per non correre il rischio di edemi, sanguinamenti e complicazioni. Dopodiché non resta che svegliare il paziente e provvedere al trasferimento in un altro ospedale – spiega – Se in questi casi sono dolorose le conseguenze soprattutto sul piano psicologico, capite invece che per gli interventi d’urgenza la disponibilità del video laringoscopio in sala operatoria ha il valore di un vero e proprio salvavita”.